sabato, luglio 03, 2010

La fine degli «Ah se…»

Ah se mia madre non fosse venuta a mancare,
E mio padre mi avesse tenuto con sé,
Avrei avuto sorelle e fratelli,
Avremmo giocato, litigato, tirato i capelli,
Assieme costruito una relazione figliale.

Ah se in collegio fossi stata preferita,
Come «LEI» coccolata, privilegiata, favorita.
La mia vita sarebbe stata diversa,
La stima di me costruita, non avrei conosciuto
La vergogna di vivere, di non appartenere a nessuno.

Ah se avessi ricevuto l’amore
Che ogni bimbo è assetato d’avere,
Il mio conto affettivo sarebbe stato migliore,
E vi avrei attinto nei momenti di dolore.


Tutto è andato di traverso,
Amori, sogni, giuramenti, promesse.
I rimorsi sono tanti, le angosce insolenti
Spuntano da ogni dove, e l’autoaccusa
Non tiene conto di nessuna scusa.

Ma ora conosco mio PADRE. Egli è Colui che
Demolisce, svelle, abbatte, distrugge,
Per edificare e piantare in me
La nuova identità, di Figlia di RE.

Abbatte l’altare dei miei “Ah se”
E costruisce il Suo piano d’amore, a partire
Dalle incapacità del mio cuore
Derubato di una vita di passione,

Dalle lagrime sparse e dal coraggio perduto,
Dalle ceneri di quanto la vita ha deluso
Dal vuoto causato da solitudine amara,
Dalle emozioni represse, da gioie precluse.

Demolisce i miei dubbi, li rende rovine,
E quei detriti mi invita a gettare.
La Sua passione di edificare, mi porta ad amare
Quella mano che educa, sviluppa e conduce,
Guarisce, ristora, e il suo Soffio mi dice:

“È il tuo nome che chiamo – Sei mia,
Ti ho comprata per Me”, e ti voglio guidare
Nel viaggio della Vita, all’interno
Del Mio cuore paterno

Per demolire, svellere, abbattere, distruggere,
Per edificare e piantare, perché
Altri come te, trovino la via
Che li conduca a Me.

Lugano 2 luglio 2010
(ricevuto da una sorella)

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