mercoledì, ottobre 04, 2006

Berna, Piazza Federale, sabato 30 settembre

Presa di posizione per Israele a Berna Dal Ticino sono arrivate almeno sette persone per dimostrare la loro solidarietà verso Israele insieme ad altri tremila partecipanti provenienti da tutto il resto della Svizzera. Ma perché? Sono forse dei fanatici quelli che fanno 600 km per manifestare la loro opinione? Forse qualcuno sì. Ma riflettiamo un momento. Secondo l'Ufficio Federale di Statistica circa l'80% della popolazione svizzera è cristiana, ciò significa che basa (o dovrebbe basare) la sua vita e le sue opinioni sulla Bibbia. Questo libro racconta la storia della relazione fra Dio e l'umanità. Il Dio della Bibbia ama gli uomini e nella Sua sovranità ha scelto di benedire le nazioni tramite Abraamo e la sua discendenza – dunque Israele. L'ha fatto dandoci i patriarchi, i profeti, gli apostoli, le Scritture e il Salvatore, tutti provenienti dal popolo ebraico! Ma l'Avversario si oppone a tutti i disegni divini: seduce, mente, uccide e distrugge ciò che Dio edifica. Quante volte ha già tentato di eliminare lo strumento divino di benedizione! Continuamente, nel corso degli ultimi quattro millenni, Israele è stata minacciata di estinzione programmata. L'ultima volta in Europa, e attualmente in Medio Oriente. Hamas, Hezbollah, Iran, Siria e molti altri avrebbero gran piacere di cancellare Israele – "il piccolo paese di m.", come diceva l'ambasciatore francese a Londra – dalla faccia della terra. Ma se Dio è veramente onnipotente e sovrano, non potranno portare a compimento i loro piani. Come cittadino elvetico provo una certa tristezza quando leggo i nostri giornali o ascolto i notiziari radiotelevisivi. Troppo spesso sono polarizzati contro il popolo ebraico e gli negano il diritto di difendersi dagli attacchi. E i nostri governanti sovente rimangono in silenzio, oppure accusano Israele. Ecco perché sono andato a Berna. La storia svizzera contiene tristi capitoli riguardo al trattamento degli ebrei: durante la peste erano accusati di avvelenare le sorgenti, sono stati massacrati, bruciati, scacciati dalle nostre città, e pochi decenni fa, quando cercavano rifugio, li abbiamo respinti e negato loro asilo – sono finiti nei forni crematori. Un popolo che si professa cristiano si è caricato di enormi misfatti. Forse molti cristiani non credono più alle parole del Salvatore e Re dei giudei, altrimenti non avrebbero tollerato queste cose. Forse un giorno, nel nostro Paese, quelli che vogliono seguire il Signore saranno perseguitati. Già oggi ci vuole un po' di coraggio a mettersi dalla parte di Israele, l'unica democrazia in Medio Oriente, circondata da fanatici che hanno a cuore la sua totale distruzione. Eppure proprio in Israele, una nazione grande quanto la metà della Svizzera, in mezzo a 5 milioni di ebrei vivono oltre un milione di arabi che possono andare a scuola, lavorare, usufruire di servizi sociosanitari ed esercitare i diritti civili. Questo è totalmente inaudito nei paesi islamici. Un altro motivo per stare dalla parte di Israele. Ma la ragione determinante è che Dio ha scelto Israele – non perché è migliore, ma perché tramite Israele vuole manifestare la Sua gloria, potenza e fedeltà! E io dovrei mettermi contro l'Onnipotente?! Quando Gesù ritornerà nella Sua gloria, giudicherà i popoli in base a ciò che hanno fatto ai minimi dei Suoi fratelli. Già ad Abraamo il Signore disse: «Benedirò quelli che ti benediranno, e maledirò chi ti disprezzerà.» (Genesi 12, letterale!) Chi sono io per disprezzare colui che Dio ha scelto? No! Costi quel che costi, voglio stare dalla parte del Signore! Così un giorno anche Lui starà dalla mia. ■